Premesso che:
l'estate 2021 è destinata ad essere per l'Italia la peggiore dell'ultimo decennio per il verificarsi di 517 eventi estremi tra nubifragi, alluvioni, trombe d'aria, grandinate, ondate di calore e siccità;
l'effetto dei cambiamenti climatici, con l'alternanza di siccità e alluvioni, ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti;
a questo si aggiunge l'aggravarsi del rischio idrogeologico, dovuto anche alla perdita negli ultimi 25 anni del 28 per cento della superficie agricola utilizzata, passata da 17,78 milioni di ettari agli attuali 12,8 milioni;
l'allarme siccità di questa estate, che ha colpito ogni regione del territorio con carattere di tipo emergenziale, ha reso necessaria l'adozione di interventi con irrigazioni di soccorso per non perdere le colture, alcune delle quali già provate, e in alcuni casi compromesse, dalle gelate primaverili;
desta preoccupazione il basso livello dei fiumi che interessa tutte le regioni italiane;
al Nord la situazione appare molto critica; una particolare anomalia è stata osservata nel Nordest dell'Italia, con un calo del 70 per cento di piogge, che rappresenta per questo settore il valore più basso della serie storica che parte dalla fine degli anni '50; se pure si registra una generale ripresa del Po, a Mantova e Ferrara i livelli rimangono sotto le medie estive;
molto critica appare inoltre la situazione nelle Marche ed in Emilia dove, soprattutto nella pianura costiera, i fiumi sono tutti in calo; anche la Romagna è stata interessata da scarsissimi fenomeni piovosi. Le dighe piacentine sono passate da un riempimento dell'80 per cento a fine maggio, al 50 per cento di fine giugno, registrando valori inferiori ai tre anni precedenti. È infine preoccupante la situazione che interessa il Centro-Sud dell'Italia e le isole, dove in alcune regioni, come Calabria e Sicilia, si sono registrati i volumi più bassi degli ultimi 10 anni;
inoltre, allo scopo di garantire il deflusso minimo vitale, gli enti gestori della rete irrigua sono tenuti a ridurre drasticamente la quantità di acqua destinata ai canali d'irrigazione con conseguenze dannose per le colture prive dell'apporto idrico necessario per terminare il loro ciclo produttivo;
è necessaria la programmazione di un importante piano di investimenti per ridurre i rischi legati al continuo manifestarsi di fenomeni climatici estremi ed in particolare a carattere siccitoso; in tal senso il piano nazionale di ripresa e resilienza può rappresentare un'importante opportunità per l'efficientamento e la messa in sicurezza delle reti idriche e la realizzazione di nuovi invasi, con ricadute importanti sui territori, in termini di sviluppo e di crescita dell'occupazione,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della drammatica situazione descritta e se sia in possesso di stime sui danni causati all'agricoltura, a seguito di eventi calamitosi nel corso dell'estate 2021 e se, alla luce dell'opportunità offerta dal PNRR, voglia adottare una strategia per l'efficientamento del sistema irriguo e la messa in sicurezza delle reti, assegnando ad essa le necessarie risorse;
se, in considerazione della straordinarietà della situazione, dettata dalla siccità e dalle sue ripercussioni sul settore produttivo e sull'occupazione, non intenda destinare al comparto irriguo le risorse del piano invasi che, da gennaio, si renderanno disponibili e se non intenda, altresì, individuare risorse straordinarie, oltre quelle già individuate nell'FSC, per stimolare ulteriormente l'innovazione nella distribuzione della risorsa anche in considerazione di tutti i valori ecosistemici per l'ambiente, il paesaggio, i laghi e le falde.